Di seguito riportiamo il punto riguardante il Piano Strategico:

5.3.Il Piano strategico e la Pianificazione territoriale

La forte complessità del contesto è dovuta  al carattere strutturale della crisi che la porta ad essere crisi di sistema. E’’ evidente che se le cose stanno così, nel delineare la Città che vogliamo essere, occorre agire negli elementi costitutivi. Occorre, in sintesi, passare da una attività, seppur aggiornata, di gestione del modello attuale ad una programmazione strategica prima e all’’attuazione poi di un  nuovo modello di sviluppo.

Di questo c’è bisogno! Per fare questo occorre che la classe dirigente diffusa della nostra città trovi elementi di coesione. Per fare questo occorre partire trovando il massimo di coesione possibile. Rimini da oramai più di un anno si è dotata di uno strumento importante: il Piano Strategico. Per la prima volta la nostra città ha un documento che delinea una strategia fondata su un approccio integrato ai temi della città. Per la prima volta i temi e la direzione di marcia sono il frutto non della contrapposizione politica ma di un percorso partecipativo concreto. Per la prima volta Rimini ha un documento di tale rilievo approvato all’’unanimità.

Ci sono pertanto le condizioni, per lo meno di visione e programmatorie, per avviare la costruzione della città che vogliamo essere.

Noi scommettiamo sul Piano Strategico perché il Piano Strategico è uno strumento di governance europeo di società complesse. Ovviamente adesso c’è una sfida che è la seconda fase. La sfida che il processo del Piano strategico si incroci con la Pianificazione territoriale (il PSC e il RUE e poi il POC), al fine di che sia il Piano Strategico e la Pianificazione territoriale si cimentino e atterrino sul problema e le soluzioni per Santa Giustina, Via Pascoli, ecc.

Sarà importante che nella seconda fase del Piano Strategico, quella attuativa, i soggetti promotori del Piano: Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione proseguano la stretta collaborazione mantenendo la tensione ideale che fin qui ha animato il Piano.

Passare da una città frazionata e fratturata ad una città coesa e circolare. Il centro storico che si apre all’’anello dei borghi. L’’anello più largo del tessuto urbano che trova percorsi protetti per il centro e i borghi stessi, i borghi con una cerniera di parcheggi. L’’anello più largo ancora che passa dalle frazioni individuando per esse delle funzioni: Miramare il polo del wellness, Viserba la regina delle acque, l’’area Nord con funzioni e vocazioni dedicate al movimento e allo sport.

E’’ evidente che oggi fondamento delle linee programmatiche sarà rendere sempre più interconnesse le coordinate del Piano Strategico e gli strumenti della Pianificazione Territoriale.

La giunta a questo fine ha già deciso di prolungare il tempo per la presentazione delle osservazioni al PSC adottato fino alla fine di ottobre.

Abbiamo deciso di fare questo sia per venire incontro alle richieste che provenivano dalla Comunità (l’’atto è complesso e quindi è giusto che ci sia il tempo di valutarlo) ma sopratutto per consentire a questa amministrazione di valutare le potenzialità e le coerenze del PSC con l’’idea di città e comunità che ho qui delineato.

La stessa verifica vogliamo fare con i Piani Particolareggiati (30) e i circa 200 permessi di costruire ancora in corso di istruttoria alla data di adozione del PSC.

Guardate se non partiamo da questa verifica ogni ragionamento che fin qui ho condotto è esercizio retorico.

Non c’è nessuna volontà dilatoria

Ho appreso infine con soddisfazione che sono decorsi i termini per la presentazione del Ricorso avverso alla adozione del PSC senza che il PdL presentasse ricorso come aveva annunciato.

Lo valuto come una scelta di un nuovo approccio, pur nelle differenze, su questa importante partita.

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