A che punto siamo

Felicia Bottino

Potenziare le relazioni e promuovere la qualità della vita, le priorità per esperti e gruppi di lavoro

Nel momento di avvio dell’attività operativa e progettuale sono affidate agli esperti e ai portavoce dei gruppi di lavoro 2 priorità per orientare le scelte:

  1. Potenziare le relazioni, ovvero pensare la città in modo relazionale attraverso l’internazionalizzazione delle relazioni economiche, culturali e sociali.
  2. Promuovere la qualità della vita con la salvaguardia dell’identità storica e culturale e l’organizzazione della città moderna e del territorio con adeguati standard di sostenibilità sociale e ambientale.

La necessità di contrastare gli effetti negativi della crisi, con tutti gli strumenti e le politiche di intervento ai diversi livelli, si coniuga con l’occasione di impostare una rinnovata capacità relazionale in grado di interagire attivamente con i diversi flussi (culturali, economici, ecc.) e di ripensare gli stili di vita, gli usi e i consumi per realizzare un ambiente urbano coeso, accogliente e più sostenibile.

Nell’’elaborazione del Piano Strategico il Comitato scientifico si fa garante di un processo di attuazione e verifica a lunga durata.

 

Il Comitato scientifico illustra il Piano Strategico di Rimini

Perchè

La scelta del Piano Strategico risponde alla necessità di assumere uno strumento di governance per uno sviluppo sicuro e di lunga durata, capace di superare i limiti della pratica di governo territoriale basata sulla pianificazione ordinaria e quotidiana che sfugge a verifiche di coerenza ed efficacia.

Il processo di globalizzazione costringe infatti a confrontarci con il resto del mondo e ad assumere per le realtà locali visioni strategiche che sappiano sviluppare al meglio le potenzialità e la creatività delle risorse locali e far fruttare appieno il patrimonio culturale, sociale ed economico che costituisce la complessa identità del territorio riminese.

Sempre di più oggi la città coincide con la società intera e qualsiasi problema o intervento di carattere urbanistico si riflette direttamente sul piano sociale ed economico delle specifiche realtà territoriali.

Lo sviluppo locale è sempre di più il frutto dell’azione sinergica di più attori: privati, pubblici, sociali, economici, culturali, ecc. che devono reciprocamente auto-condizionarsi per adottare una strategia comune ed efficace al conseguimento degli specifici obiettivi di sviluppo.

La governance con cui si esprime questo nuovo metodo di governo non è compatibile con la concezione dirigistica dell’amministrare, mentre favorisce la versione orizzontale del principio di sussidiarietà.

 

Che cosa

Lo scopo del Piano strategico è quello di rendere tutti i soggetti-attori della città protagonisti delle scelte del futuro, elevando allo stesso tempo il grado di responsabilità individuale e collettiva sulle scelte che si compiono e sui loro effetti.

La scelta del Piano strategico risponde pienamente a questo nuovo concetto di governance, con la duplice consapevolezza che:

  • non esiste un modello unico importabile da altre realtà, ma che ogni territorio necessita di una elaborazione propria, rispondente alle sue specifiche caratteristiche
  • il Piano non si configura come un prodotto definito una tantum, bensì come un processo basato sulla interazione tra progettazione e gestione, capace di monitorare e verificare nel tempo l’efficacia delle scelte e integrare le necessarie modificazioni derivanti dalle innovazioni dei processi e delle trasformazioni.

Gli aspetti che caratterizzano il processo di pianificazione strategica messo in atto, si fondano su:

  • assunzione di visioni strategiche, obiettivi specifici e azioni
  • concertazione tra tutti gli attori, sia nella definizione degli obiettivi e delle strategie che in quella delle scelte
  • partecipazione costante dei cittadini attraverso varie modalità di coinvolgimento
  • monitoraggio nel tempo della reale efficacia delle scelte di piano
  • individuazione, accettazione e finalizzazione delle risorse finanziarie per la realizzazione degli interventi
  • programmazione temporale della realizzazione dei singoli interventi
  • valutazione di scelte alternative

 

Come

Rimini è una città ricca, complessa e alquanto sfaccettata: città metropolitana per diversi mesi all’anno, città che poggia il proprio sistema economico sull’industria turistica, sull’impresa, sul manifatturiero e terziario avanzato, sulla cultura, sul comparto fieristico congressuale, sulle sue origini rurali e sull’internazionalizzazione.

Il punto di arrivo della prima fase del processo del Piano strategico è frutto quindi di una serie di operazioni preliminari:

  • e prime basate su analisi e diagnosi di tipo urbanistico e socio-economico
  • le seconde basate sulla realizzazione di interviste che hanno dato voce a numerosi protagonisti della realtà riminese, volte ad individuare domande, aspettative e bisogni

L’esito delle operazioni svolte ha portato all’individuazione di 3 assi principali da cui discendono 8 obiettivi strategici.

Assi:

  • la città accogliente e attrattiva
  • la città internazionale a forte identità relazionale
  • la città sostenibile e innovativa.

Obiettivi strategici:

  • città che valorizza il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e le tipicità
  • città delle relazioni internazionali e porta dell’Adriatico
  • città delle reti e delle infrastrutture tecnologiche
  • città mobile senz’auto
  • città delle imprese innovative e di qualità
  • città creativa e della conoscenza
  • città che soddisfa i bisogni di tutti i cittadini
  • città destinazione turistica del benessere

In questa fase i gruppi di lavoro sono chiamati ad individuare le azioni prioritarie in cui gli obiettivi strategici potranno declinarsi.

Comitato scientifico:
Felicia Bottino
Giuseppe De Rita
Marcella Gola
Stefano Zamagni